Intervista a Francesca De Angelis

Intervista a Francesca De Angelis






Buongiorno splendori miei.. Qualche giorno fa vi avevo segnalato il suo nuovo romanzo. Oggi ho il grandissimo piacere di intervistare per voi l'autrice sto parlando proprio di Francesca De Angelis. Andiamo a conoscere un po' meglio l'autrice. Che ringrazio davvero tanto per la sua disponibilità. 

l'autrice

Francesca De Angelis nacque a Roma il 10-04-1991 in una gelida giornata di primavera, l'unica sopravvissuta ad potenziale parto plurigemellare. Per avere un quadro di quella che fu la sua infanzia, basta guardare uno di quei film anni 30 con protagonista Shirley Temple dove il lieto fine è presto detto. Le sua giornate erano scandite dalla scuola e dai giochi con gli amici sotto l'occhio vigile della nonna, una signora energica e un po' mascolina che le raccontava spesso le storie e le leggende che aveva appreso dal paesino di montagna dov'era cresciuta. Così nutrita da storie su fate, folletti e principesse l'immaginazione della piccola Francesca iniziò ad essere fertile. Un contributo venne anche dalla florida e grassottella zia materna che ogni pomeriggio, aiutata dalla collana dei libri “I Quindici” rendeva ancora più forte il suo desiderio di lettura. C'era un periodo della sera, che Francesca trovava magnifico in cui il buio cadeva sulla casa della nonna, dove ogni angolo poteva celare un mistero od un bizzarro animale. Essa appariva agli occhi della bimba come un castello incantato. Qualche anno dopo il castello incantato arrivò davvero. A nove anni, dopo la morte della nonna, seguita a breve da quella della zia, la depressione iniziò a divagare nel suo corpicino spingendolo a vedere il lato più orribile del mondo. Qualcuno però non voleva vederla soffrire. Il giorno del suo decimo compleanno qualcuno le recapitò un regalo molto speciale che cambiò per sempre la sua vita. Il regalo era il terzo volume della saga di Harry Potter, della scrittrice britannica J.K. Rowling che divenne da allora la sua Fata Madrina cosmica. Quel romanzo le fece capire come la scrittura, il semplice poggiare una penna su un figlio potesse rinvigorire il suo animo in maniera ancora maggiore di quanto potesse fare qualunque medicina. Da ragazzina Francesca prese ad amare la scrittura e usando delle vecchie bambole prese a dar vita ai suoi personaggi. Oggi, che la sua vita è passata per un quarto ha da poco pubblicato il suo primo romanzo “Cenere sulla Brughiera” per la casa editrice Arduino Sacco. E, sebbene il cammino verso la felicità sia ancora lungo e tortuoso, la ragazza continua a scrivere non volendo mai abbandonare l'attività che ama di più e che la salva ogni giorno dal finire nel baratro.


l'intervista

1.Parlaci di te: chi è Francesca come persona e come autore?
Ciao Eleonora e ti ringrazio tantissimo per questa intervista.  I blog come il tuo mi aiutano tantissimo a fare pubblicità al mio romanzo e l’impegno che mettete nel curarli è d’ispirazione. Allora, che dire di me? Sono una ragazza molto ironica (soprattutto autoironica) e sognatrice. Sono un po’ maschiaccio, anche se mi piace molto l’età vittoriana sebbene sia stato un periodo storico abbastanza controverso, dove la luce e l’oscurità si fusero in un unico essere. Non a caso il mio romanzo preferito, ovvero “Cime Tempestose” ha avuto origine proprio in quel periodo. Mi piace molto leggere, disegnare e cucire, anche se essendo ancora giovane, ho ancora tanto da imparare. Mi piacciono un sacco i film in bianco e nero, e l’ultimo che ho visto mi ha lasciato senza parole per quanto era magnifico. Si trattava della versione del 1946 de “La Bella e La Bestia”. Nulla da togliere alle versioni di oggi, ma quello del 1946 l’ho trovato spettacolare. Amo molto gli animali e questo è ciò che più mi caratterizza; per me gli animali sono il collegamento fra l’uomo e la natura e prendermi cura di loro è il modo migliore che ho trovato per onorare il nostro pianeta. Mi piacciono molto i manga, anche se preferisco quelli che in gergo sono chiamati gli shonen (manga per ragazzi, come Dragon ball, One Piece, Naruto ecc.), diciamo che più sono avventurosi e più mi entusiasmano. Faccio anche cosplay e la mia migliore amica, make up artist professionista (anche lei cosplayer), mi aiuta sempre ad essere al meglio in quelle occasioni.
2. Cosa vuol dire per te scrivere?
La scrittura per me è tutto o quasi. Da bambina ho subito delle perdite importanti. Mia nonna e mia zia che mi hanno cresciuta, sono morte quando ero ancora piccola. Ho sofferto di depressione per un lungo periodo. Poi il giorno del mio decimo compleanno qualcuno mi ha regalato il terzo libro della saga di “Harry Potter”. Le vicende di quel maghetto così impavido mi conquistarono in pieno e iniziai a sentire un po’ meno la tristezza che mi attanagliava. Crescendo, feci qualche ricerca su J.K Rowling, l’autrice, e ho scoperto che anche per lei la depressione era stata una compagna fedele per una buona parte della sua vita. L’amore per sua figlia l’ha portata a reagire e ha scoperto così che lo scrivere aiuta più di qualunque terapia. Così ho pensato che potevo provare anch’io. La Rowling è la mia fata madrina, non esito a dirlo e mi ha ispirato un sacco, non solo nello scrivere ma anche nella vita reale. 
3. Da dove ha origine la tua passione per i romanzi?
Credo di aver sempre saputo leggere XD. No, a parte gli scherzi, sin da piccola mia madre e mio padre mi hanno abituato a leggere e a fare dei libri un tesoro prezioso. Secondo me, aiutano davvero tanto a sviluppare sensibilità, gentilezza, ed empatia. Mi spiace dirlo, ma queste qualità stanno scomparendo e sono state sostituite con la crudeltà, la sete di potere e l’avidità. Un libro è anche un modo per conoscere l’autore e diventargli amico. Si comprendono molte cose su di una persona leggendo un suo romanzo.
4. Esiste un libro che ha avuto una grande influenza nella tua vita?
Be’ Harry Potter sicuramente. Se non fosse stato per la saga del giovane mago, a quest’ora “Cenere sulla Brughiera” non esisterebbe. Poi ovviamente le sorelle Bronte, non a caso il mio libro è ispirato a “Cime Tempestose” e Khaled Hosseini. Il suo romanzo “Mille Splendidi Soli” mi ha tenuto compagnia negli gli ultimi anni delle scuole superiori. Ho amato davvero tanto il personaggio di Mariam, in cui mi identifico un po’. E’ una donna buona, gentile e davvero coraggiosa. Per dire, io non so se avrei avuto il suo sangue freddo e la forza di sopportare ciò a cui è stata sottoposta.
5. C’è uno scrittore/scrittrice che consideri il tuo mentore?
La Rowling in primis. In ogni mia storia (anche in quelle passate che non ho pubblicato), succede sempre così. Inizialmente tutto tranquillo, a tratti banale e poi quasi all’improvviso si scatena l’elemento oscuro inaspettato. Era quello che succedeva in Harry Potter. Per dire, in “Harry Potter e la camera dei segreti”, chi poteva immaginare la vera identità del responsabile di tutti quegli omicidi? In secondo luogo, alle sorelle Bronte, in particolare ad Emily. L’amore che lega Catherine e Heathcliff, il tipo di passione eterna che li travolge, il linguaggio che usano, ho cercato di riprenderli un po’ per la relazione tra Catherine e Logan, i protagonisti del mio romanzo. Poi abbiamo anche Stephen King. Ho amato moltissimo il suo romanzo “Carrie”, tant’è che per l’aspetto fisico di Catherine, la protagonista di “Cenere sulla Brughiera” mi sono rifatta a quello che Cloe Grace Moretz, ci presentò quando interpretava la giovane Carrie White, film tratto da questo meraviglioso romanzo di Stephen King.  So che non è facile ispirarsi a questi tre colossi della letteratura mondiale ed io sono giovane, ho ancora tantissimo da imparare, ma se impegno forse riuscirò ad ottenere buoni risultati.
6. Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?
In realtà no, dove mi capita. Quando ero più piccola li scrivevo a mano i miei racconti. Con un righello improvvisato facevo una per una, tutte le righe necessarie e mi capitava di scrivere anche a scuola. Ovunque capita va bene, non ho preferenze particolari.
7. Come nasce l’idea del tuo libro?
“Cenere sulla Brughiera” è nato dopo aver letto “Cime Tempestose” e visto il film “Il Corvo”. Volevo creare una storia d’amore e di denuncia sociale, dove la bontà, la gentilezza e l’amore stesso venissero schiacciati dalla malvagità e dall’arrivismo. Cathy, la protagonista, è una ragazzina di quattordici anni che si ritrova a dover fronteggiare il bullismo dei compagni. Il loro bullismo ha una duplice ragione. Da un lato, Catherine è una ragazza “fuori dagli schemi”, si cuce gli abiti da sola, ama le cose un po’ “antiche” e se ne frega delle convenzioni sociali. Da un lato perché ricopre il ruolo della “svantaggiata”; i suoi compagni percepiscono questo suo disagio e lo temono. Lei, con la sua sola presenza, fa capire loro che nessuno è al sicuro, e hanno paura di questo. Cercano così di esorcizzare questa loro paura trattandola male, fino alla violenza finale che poi segnerà lo spartiacque tra la prima e la seconda parte del romanzo.
8. In quale periodo storico ti piacerebbe vivere? 
Mi sarebbe piaciuto essere vissuta all’alba dei tempi per poter vedere come ha avuto origine l’Universo. Mi sarebbe piaciuto vivere per centinaia d’anni, vedere il fiorire delle civiltà e il cammino dell’uomo. 
Se così fosse stato avrei potuto invitare ai miei compleanni un sacco di personaggi storici famosi Otzi, Lucy il primo ominide, ma anche non so Cleopatra, Giulio Cesare, Giovanna D’Arco, Maria Stewart, Daenerys Targaryen…ah,  è vero, lei non è mai esistita. Tuttavia, diciamolo pure; George Martin scrive in maniera così dettagliata che i suoi personaggi sembrano essere esistiti per davvero. In ogni caso, Cersei Lannister la mettiamo a ritirare i cappotti all’ingresso. XD
9. Hai già in mente quale sarà la prossima storia che scriverai?
Ho da poco terminato un libro per bambini con protagonisti gli animali. Speriamo bene. Per quanto riguarda i “grandi” ne scriverò uno sulla Seconda Guerra Mondiale. Mio nonno, durante la guerra venne deportato in un campo di sterminio e nella mia famiglia celebriamo la Giornata della Memoria attivamente. Siamo anche molto vicini alla comunità ebraica e quando penso a ciò che gli ebrei hanno patito durante la guerra, ma anche per ciò che è loro accaduto prima (come ad esempio la schiavitù al tempo dei faraoni) mi vergogno di appartenere al genere umano.
10. Quanto tempo impieghi per scrivere un libro, hai qualche musa ispiratrice? 
Dipende. In generale ci metto alcuni mesi, ma poi me ne prendo diversi per sistemarlo. Il problema è che sono sempre indecisa, dubito di continuo e quindi va a finire che passa quasi un anno prima che il libro acquisisca la forma finale. Muse ispiratrici, a volte sono le canzoni. In “Cenere sulla Brughiera” mi ha aiutato molto anche la canzone di Kate Bush “Wuthering Heights”. E’ un po’ la colonna sonora del mio romanzo.
11. Che sensazioni ha provato nello scrivere “Cenere Sulla Brughiera”? 
Ogni volta che scrivo, per me è come sognare. Quando scrivevo “Cenere sulla Brughiera” era come se stessi facendo qualcosa che avevo bisogno di fare da tanto tempo.
12. Pensi che qualcosa di questo libro non sia arrivato ai lettori?
No, alla fine è andata anche meglio di quanto sperassi. Poi per carità, ognuno ha la sua sensibilità e percepisce le cose a modo suo. Certo, ci sono persone che si offendono quando i lettori fanno loro una critica, io invece sono felice quando ricevo consigli dai lettori. E poi il lavoro dello scrittore è quel tipo di professione, in cui più invecchi e più migliori. E al tuo primo romanzo, come nel mio caso, è ancora prematuro pensare di aver raggiunto la bravura vera. Io voglio migliorare e se anche per qualche motivo ignoto alle umane e divine comprensioni dovessi fare anche un po’ di successo, non smetterò mai di perfezionarmi.
13. Cos’hai provato quando, dopo aver pubblicato il romanzo?
Il giorno che mi è arrivata l’e-mail di accettazione non stavo più nella pelle dalla gioia. L’Arduino Sacco, la casa editrice che mi ha pubblicato è molto seria, anche se piccola e sono felice che abbiano deciso di riporre la loro fiducia in me e di dare alle stampe il mio romanzo. Io ancora non ci credo. XD.
14. Consigliaci un libro non tuo.
“Fino a quando la mia stella brillerà” di Liliana Segre. E’ un libro per ragazzini dagli 11 anni in poi, ma l’ho trovato davvero stupendo. Con una delicatezza rara, ci viene raccontato l’orrore dei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau e la volontà di una ragazzina che guidata dall’amore per suo padre è riuscita a sopravvivere e a raccontare al mondo la sua storia. Merita davvero, ve lo consiglio caldamente.
15. Quale sarebbe il tuo sogno da realizzare?
Diventare una scrittrice a tutti gli effetti e poter vivere di questo. Ma se riuscirò ad insegnare qualcosa attraverso i miei romanzi, sarà ancora meglio e ne sarà valsa la pena.
16. Qual è il prossimo passo di Francesca De Angelis?
Credo che sia cercare di andare avanti e di non arrendermi, sia come persona, sia come scrittrice e migliorarmi, soprattutto come persona.
17. In genere concludo le mie interviste facendo sempre la stessa domanda. E ovviamente la propongo anche a te: voglio farti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma che vorresti ti venisse fatta. Qual è? E qual è la risposta?
Hai mai avuto un amico immaginario? Sì, si chiamava Emma, indossava un completo alla scozzese, camicetta bianca e scarpine di vernice. Faceva le previsioni del tempo. Chissà che fine ha fatto.

Ed eccoci qui alla fine di un altro meraviglioso viaggio. Ringrazio ancora una volta l'autrice per la sua disponibilità, vi abbraccio. come sempre a presto.
Eleonora ❤

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xoxo, Eleonora